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Aglio ursino, la teriaca dei boschi

Maria Stella Rossi • 27 aprile 2020

Depurazione primaverile tra alimurgia e fitoterapia

"L'aglio è cibo molto frequentato e principalmente fra' villani, 
che poi per le sue rare virtù viene chiamato
theriaca de' villani..." 
Costanzo Felici, Del'Insalata e piante che in qualunque modo vengono per cibo del'homo
Buongiorno amici, oggi è la volta dell'aglio ursino, l'aglio selvatico che raccolgo nel bosco, un aglio che, per me, profuma.

Quando ci siamo conosciuti

Non conoscevo l'aglio ursino prima di conoscere Loretta. Loretta Stella è la mia Maestra delle erbe. E' anche merito suo se ho iniziato a guardarle e a studiarle.
Non l'avevo mai visto in giardino perché l'aglio ursino cresce spontaneamente nei boschi poco più in alto di qui a più di 1000 metri di altezza soprattutto sotto i faggi dove forma dei veri e propri tappeti. Un giorno sono andata con lei a raccoglierlo là dove ancora vivono cavalli liberi che non amano nè il suo profumo persistente nè il suo sapore, al contrario degli orsi, almeno così sembra!
Loretta mi ha insegnato a riconoscerlo e a usarlo, dei suoi insegnamenti avremo modo di parlare anche in altri post.

Prima ve lo presento:

L'aglio ursino o orsino - Allium ursinum -, è una pianta conosciuta e usata fin dall'antichità. E' uno dei tanti agli selvatici. Il termine aglio-allium deriva dal celtico all, bruciante per il sapore della pianta. Ursinum perché considerata di scarsa qualità, degna appunto degli orsi che, si racconta, se ne cibano per depurarsi appena usciti dal letargo invernale.
Dell'aglio ursino si possono raccogliere foglie, boccioli e fiori. Anche il bulbo, se volete provarlo, ma io ve lo sconsiglio: perché raccogliere la parte riproduttiva di una pianta quando nelle altre parti troviamo le stesse proprietà e lo stesso gusto? Qui si aprirebbe una grande parentesi sull'etica della raccolta, magari ne parleremo più avanti!!!

Ecco di seguito un piccolo riassunto degli utilizzi di cui ho trovato riferimenti:
FOGLIE: medicinale (uso interno e uso esterno), cibo
BOCCIOLI: medicinale (uso interno), cibo
FIORI: medicinale (uso interno), cibo
BULBI: medicinale (uso interno e uso esterno), cibo

Il miglior modo per assumere tutto il potenziale della pianta è raccogliere foglie, boccioli e fiori e mangiarli freschi.
Può essere usato al posto dell'aglio coltivato per preparare pesti, soffritti, frittate, insalate e per aromatizzare verdure, carni e pesci!

Per uso interno ha proprietà diuretiche, depurative, ipotensive, coleretiche, antisettiche, espettoranti, antiossidanti, rubefacenti... Proprietà che corrispondono a quelle dell'aglio comune, ma al contrario di questo, l'aglio ursino si digerisce più facilmente!
Questa volta, in cucina, useremo le foglie per preparare un vino curativo!
Ma prima un approfondimento in relazione al titolo del post.

Antichi antidoti

Il termine theriaka/teriaca, fin dall'epoca di Galeno, ma forse anche prima, indicava i medicamenti impiegati per guarire dai morsi di animali velenosi in generale. La teriaca indicava quindi tutta una serie di antidoti. Tra questi, i più famosi, furono elaborati da medici di corte per proteggere i loro sovrani dagli avvelenamenti.
Nel corso dei secoli il termine teriaca è passato ad indicare un famoso rimedio composto da numerose sostanze con funzione di antidoto e poi come farmaco generale per numerosi disturbi. La prima ricetta di teriaca è di Andromaco il Vecchio, medico di Nerone. Nella sua composizione un posto di rilievo l'aveva la carne di vipera e tra gli ingredienti vi era anche l'aglio. Da altri medici successivi sono state proposte numerose varianti di teriaca. La teriaca fu molto in uso tra il XV e il XVIII secolo, è stata prodotta fino agli inizi del XX secolo.
Costanzo Felici, ma anche Castore Durante, medici botanici del XVI secolo, parlano in generale dell'aglio come teriaca dei poveri perchè è il rimedio a tutti i veleni
cime di ortica, raccolta dell'ortica, ortica

Vino all'aglio ursino di Maria Treben

"Prendete una manciata di foglie tritate finemente e bollitele brevemente in circa 1/4 di litro di vino bianco, - filtrate, aggiungo io -, dolcificate con miele o sciroppo e bevetene lentamente qualche sorso ogni tanto durante la giornata".
Maria Treben è da molti venerata alla stregua di una santa. E' vissuta nel XX secolo e, per tutta la vita, si è occupata di erbe curative. La sua opera più nota è La salute dalla farmacia del Signore.
La Treben consigliava di bere questo vino per i sofferenti di tosse e catarro bronchiale cronico e dei conseguenti disturbi respiratori, come pure nella tisi polmonare e nell'idropisia. Consigliava in generale l'aglio ursino in numerose cure per disintossicare e purificare sangue, stomaco, intestino e cute.
In più è anche afrodisiaco, quindi adatto anche ad accompagnare cenette romantiche!
Le agliacee e più in generale tutte le bulbose, sono anche dotate di virtù magiche, ma di questo parleremo un'altra volta. 
  • foglie fresche di aglio ursino ad asciugare sul tavolo sopra una tovaglia

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  • foglie tritate di aglio ursino per preparare frittate, pesti, condimenti e vino

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  • foglie di aglio ursino in decozione nel vino bianco come descritto nella ricetta di Maria Treben

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  • filtraggio del vino di aglio ursino

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Buona sperimentazione, diventando un po' orsi! 
La prossima volta che torneremo a parlare di lei potremo dire di altri utilizzi.


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