Calendula, lo zafferano dei poveri
Maria Stella Rossi • 27 luglio 2020
Raccolta, curiosità, proprietà e ricetta
Ecco fiori per voi:
lavanda fragrante, menta, santoreggia, maggiorana,
il fiorrancio, che va a letto col sole
e con lui s’alza, piangendo: questi son fiori
di mezza estate, e io penso che si diano
a uomini di mezza età. Benvenuti.
William Shakespeare, Il racconto d'inverno
Calendula, fiorrancio, fior di ogni mese... sempre lei, il fiore che più di ogni altro mi ha spinta a vivere di natura!
Già quando abitavo in città ero attratta da questo fiore. Io e mia mamma lo cercavamo per curare le nostre infiammazioni, ma lo cercavamo nelle farmacie! Poi, qui, a Valderica, abbiamo imparato a raccogliere e ad usare la pianta in cosmetica e in cucina.
Regolarmente ricorro alla calendula soprattutto per uso esterno.
Ve la presento:
La calendula - Calendula officinalis
L. -, è una pianta medicinale usata fin da tempi remoti e ricchissima di proprietà.
Il termine calendula deriva dal latino calendae, primo giorno di ogni mese nel calendario romano corrispondente alla luna nuova, per il fatto che la sua fioritura perdura per diversi mesi e si rinnova mensilmente. Non solo, come leggiamo nelle righe di Shakespeare, la calendula segue il sole: le infiorescenze si aprono al mattino e si chiudono la sera. Per questa proprietà vedi anche l'articolo sul tarassaco.
Prima dell'invenzione della nomenclatura binaria veniva chiamata caltha, da kalathos, cestello, paniere, vaso, forse per la forma a calice del fiore o nome di una fanciulla protagonista di un mito greco o colei che nasce dalle lacrime di Venere.
Della calendula che fa parte della famiglia delle Compositae
o
Asteraceae, si raccolgono le foglie, i boccioli e i fiori.
Ecco di seguito un piccolo riassunto degli utilizzi di cui ho trovato riferimenti:
FOGLIE:
medicinale (uso interno e uso esterno), cibo
FIORI:
medicinale (uso interno e uso esterno), cibo, colore (giallo)
Veniva chiamata zafferano dei poveri sia in riferimento all'uso culinario, sia a quello tintorio!
Comunemente, per usarla in cucina, si raccolgono i fiori che possono essere usati per preparare diverse preparazioni dolci e salate come insalate, salse, sughi, brodi, frittate, aceti e torte.
La calendula, tra le varie sostanze, contiene carotenoidi, flavonoidi e vitamina C.
Può anche essere seccata e usata per farne infusi.
Per uso interno ha proprietà antispasmodiche, antinfiammatorie, emmenagoghe
(per questa proprietà abbiamo già parlato dell'achillea), coleretiche, diaforetiche, ipocolesterolemizzanti, sedative...
Per uso esterno è antinfiammatoria, cicatrizzante, lenitiva, emolliente...
Oggi, in cucina, useremo i fiori come aromatizzanti e coloranti.
Pronti?
Risotto alla calendula di Lina Marenghi
"Tritare finemente una piccola cipolla (o scalogno) insieme a mezzo spicchio d'aglio e metterli a rosolare in padella con una noce di burro e 2-3 cucchiaiate di olio facendo estremamente attenzione che il soffritto non annerisca e di conseguenza diventi troppo forte. Aggiungere 350 grammi di riso (personalemente io preferisco il tipo Fino Ribe a grana piccola), mescolare bene e poi versare mezzo bicchiere di vino bianco secco. Farlo evaporare e poi coprire con brodo caldo di pollo o di carne. Aggiungere man mano altro brodo fino a completa cottura del riso. Cinque minuti prima di spegnere unire una bella manciata di petali di fiori di calendula (chiamati "lo zafferano dei poveri") che conferiranno al risotto un bel colore giallo".
Lina Marenghi, di origine piemontese, ha pubblicato nel 1997 un libretto che si intitola "Cucinare con i fiori, centouno ricette profumate". Ho trovato questo libro manoscritto e illustrato in edicola. Ero a Cagli e mi ricordo ancora quel giorno. Ero lì per lavoro ed entrando in edicola ne sono stata colpita quando ancora ValdericArte era solo un progetto scritto.
Non ho trovato molte informazioni sull'autrice, vi riporto però questo passaggio della prefazione che mi ha colpito più degli altri:
"Ho sempre amato moltissimo i fiori. Ho visto spuntare i primi bucaneve nei boschi vicino a casa, riempito ciotole con viole, primule, pervinche, raccolto fasci di fiordalisi, papaveri, ranuncoli e margherite. In casa non è mai mancato un mazzo di fiori e ancora oggi, la sola vista di un fiore sulla mia scrivania basta a mettermi di buonumore".
Buon appetito!La prossima volta che torneremo a parlare di lei potremo dire di altri utilizzi.
Hai domande? Suggerimenti? Lascia un commento e non dimenticare di condividere questo post attraverso i seguenti link:
Questa è la volta di un'infestante dell'orto che ai miei occhi appare come una manna. Una pianta da cui spesso gli ortolani vogliono liberarsi, ma che invece può rivelarsi un'ottima fonte di cibo e non solo. La ricetta è generica e usabile con tantissime altre erbe: è la ricetta di un convento marchigiano...

Eccoci nei giorni più speciali per noi streghe. Passato il solstizio ci avviciniamo al giorno di San Giovanni parlando di una delle erbe più potenti: l'iperico. Questa volta, dopo aver parlato dell'etimologia e delle proprietà, faremo una semplice ricetta medicinale ispirata a una preparazione descritta da Castore Durante nel 1500: l'olio di iperico...
Un arbusto utilizzato in tutte le sue parti per numerosi utilizzi. Legato ad antichi strumenti musicali e al flauto magico, utilizzato in medicina come panacea, in alimentazione per la preparazione di piatti e bevande, nella fabbricazione di colori e nella tintura, nelle pratiche magiche e nella divinazione... Questa volta raccogliamo i fiori per riproporre una ricetta che ricorre spesso negli antichi ricettari, quella delle frittelle...
La nostra principessa è proprio la pianta che proprio non può mai mancare nell'insalata. Numerosi gli impieghi delle foglie fresche sia come cibo sia come medicinale. Tra curiosità sul nome e sul presunto colore che si ricava dalla pimpinella, ci facciamo ispirare da una ricetta storica settecentesca per preparare...